PERCHE’ RUSSIA
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Complementarieta’ dei sistemi economici italiano e russo
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Potenziale di crescita del PIL russo
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Opportunità per le imprese italiane offerte dal processo di modernizzazione dell’economia
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Favore con il quale il pubblico russo guarda al prodotto italiano
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Programmi di sviluppo delle Regioni russe
SETTORI D’INTERESSE
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Energia elettrica, oil&gas, vapore e aria condizionata (anche da energie rinnovabili)
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Impiantistica, macchinari ed apparecchiature
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Settore navale e imbarcazioni
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Impianti farmaceutici e prodotti
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Mobili e costruzioni in legno
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Prodotti alimentari
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Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia)
PERCHE’ RUSSIA
Complementarieta’ dei sistemi economici italiano e russo
La Russia e’ il principale fornitore di prodotti energetici al mondo ma ha una base industriale e un settore primario ancora relativamente poco sviluppati; l’Italia, al contrario, non dispone di materie prime ma vanta un ampio e diversificato settore manifatturiero ed agro-alimentare. Si tratta di una complementarieta’ fra i due sistemi produttivi che rende i due Paesi naturali partner economici e commerciali. La complementarieta’ si riflette non solo nella bilancia commerciale ma anche nelle numerose joint ventures che favoriscono il trasferimento di tecnologia.
Potenziale di crescita del PIL russo
Nel periodo 2000-2008, il PIL russo e’ cresciuto ad una media di circa l’8% annuo. Dopo la crisi del 2009, l’economia russa e’ tornata a crescere a ritmi meno sostenuti rispetto agli anni precedenti, ma comunque con percentuali piu’ alte di quelle che si registrano nei Paesi occidentali. Il PIL e’ aumentato del 4,3% nel 2010 e 2011, del 3,5% nel 2012, dell’1,3% nel 2013. Nonostante il rallentamento, il potenziale di crescita del Paese nel lungo periodo rimane elevato, cosi’ come dimostra il continuo e sensibile miglioramento dell’ “Indice doing business” negli ultimi tre anni.
Opportunità per le imprese italiane offerte dal processo di modernizzazione dell’economia
La modernizzazione del sistema economico e’ una priorita’ delle Autorita’ della Federazione. Cio’ riguarda non solo alcuni settori-chiave ad alto contenuto tecnologico, ma anche le infrastrutture, il cui adeguamento e’ indispensabile allo sviluppo del Paese. Esistono, dunque, opportunita’ di collaborazione per imprese italiane in numerosi settori. Infine, le misure di limitazioni al commercio di beni alimentari approvate dal Governo russo in risposta alle sanzioni europee possono rappresentare un incentivo per lo sviluppo del settore agroalimentare della Federazione.
Favore con il quale il pubblico russo guarda al prodotto italiano
Il pubblico russo guarda con estremo favore al prodotto italiano. Il “Made in Italy” e’ qui sinonimo di qualita’, non solo nelle tradizionali “tre A” (“abbigliamento, alimentare, arredamento”), ma anche nei beni strumentali e per l’industria (macchinari e meccanica) e nell’alta tecnologia. Piu’ in generale, esiste un capitale di simpatia da parte russa verso il nostro Paese, legato a questioni storiche e culturali, che puo’ rappresentare un oggettivo vantaggio in termini di cooperazione economica e commerciale.
Programmi di sviluppo delle Regioni russe
Gli oltre 80 enti territoriali che compongono la Federazione (Repubbliche autonome e Regioni) competono fra di loro per attrarre investimenti dall’estero. Esistono una ventina di Zone Economiche Speciali (ZES) a livello federale, che assicurano incentivi fiscali, doganali e amministrativi alle imprese che vi investano. Analoghe zone sono state istituite a livello locale. Diverse imprese italiane hanno gia’ colto con successo le opportunita’ offerta dalle ZES (ad esempio nella Regione di Lipetsk, 440 Km a sud di Mosca).
Quadro macroeconomico
Il modello di sviluppo adottato nell’ultimo decennio, fondato sullo sfruttamento intenso delle risorse naturali e della capacità produttiva esistente – che ha comportato miglioramenti significativi delle condizioni di vita della popolazione, mediante incremento dei salari reali e dei consumi – ha mostrato, nel corso del 2013, una minore efficacia. Nonostante un prezzo del petrolio elevato e un progressivo deprezzamento del rublo sul dollaro e sull’euro, che avrebbe potuto stimolare le esportazioni anche nella componente non-oil, la crescita economica ha segnato un rallentamento. L’aumento del PIL si è attestato per il 2013 all’1,4%.
Nonostante il rallentamento dell’economia, la disoccupazione ha continuato nel 2013 a mantenersi su livelli ridotti 5,6%; si è registrata, tuttavia, una variazione nella composizione degli occupati, con una crescita della quota assorbita del settore pubblico e una riduzione dei livelli di produttività del lavoro. I salari reali mostrano una tendenza alla diminuzione.
Riguardo all’inflazione, il dato per il 2013 è quello di un tasso attorno al 6,5%.
La produzione di petrolio e di gas naturale è aumentata relativamente all’anno scorso, rispettivamente dell’1,4% e del 6,7%, raggiungendo un nuovo massimo storico nel periodo post-sovietico (oltre i 10,5 milioni di barili e 1,54 miliardi di metri cubi al giorno). Le esportazioni di gas naturale sono cresciute dell’1% mentre quelle di petrolio sono calate del 2%. Mosca resta il primo esportatore di gas al mondo.
Il tessuto delle piccole e medie imprese è ancora scarsamente sviluppato e concentrato essenzialmente nel settore commerciale e in quello dei beni di consumo, mentre l’industria è ancora debole. Limitate sono le politiche di sostegno delle Autorità nei confronti delle PMI, così come gli strumenti finanziari predisposti a loro vantaggio
Indicatori macroeconomici
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*Fonte: Elaborazione Ambasciata d’Italia su dati EIU e IMF
Indice Doing Business
2012 | 2013 2014 | ||||||
Pos. 183 paesi |
Pos. 185 paesi |
Pos. 185 paesi |
Italia | ||||
Posizione nel ranking complessivo | 120 | 112 | 92 | 67 |
SETTORI D’INTERESSE
Energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (anche da fonti rinnovabili)
Il settore “oil and gas” e’ quello prioritario dell’economia russa. La Federazione possiede infatti le maggiori riserve mondiali di gas, di cui è il primo esportatore. La Russia e’ l’ottavo possessore al mondo di riserve petrolifere, primo esportatore mondiale di petrolio e primo / secondo produttore: nel 2013 si e’ continuato a registrare una produzione record – oltre la soglia dei 10 milioni di barili al giorno – e si e’ confermata nel contempo l’importanza dell’esplorazione e del potenziale sfruttamento delle risorse artiche e dell’attrazione di investimenti e tecnologia straniera per il futuro dell’industria estrattiva russa. Le entrate “oil and gas” rappresentano circa il 40% del bilancio pubblico ed il 68% delle esportazioni. E’ di tutta evidenza, quindi, sia la forte dipendenza dell’economia russa dal settore energetico, sia l’importanza strategica che Mosca attribuisce alla stabilita’ dei rapporti con i consumatori di energia (continuita’ dei flussi; prevedibilita’ dei prezzi; contratti di fornitura di lungo termine; accresciuta diversificazione delle rotte di transito e dei mercati di sbocco). La cooperazione italo-russa nel campo dell’energia risale alla fine degli anni ’50 e si e’ evoluta, nell’ultimo periodo, dai consolidati rapporti commerciali ad un partenariato industriale fondato su una piu’ stretta interdipendenza. Enel è il primo investitore italiano in Russia con attività di generazione elettrica tramite Enel OGK-5 e vendita di energia tramite RusEnergoSbyt. Eni e’ il primo cliente europeo di Gazprom, partecipa al gasdotto Blue Stream ed al progetto del South Stream e ha concluso un accordo di cooperazione strategica con Rosneft che prevede l’esplorazione di due blocchi offshore nel Mare di Barents e uno nel Mar Nero, lo scambio di tecnologie e la partecipazione di Rosneft a progetti internazionali di Eni. Saipem ha partecipato alla costruzione del North Stream.
Impiantistica, macchinari e apparecchiature
Il mercato russo presenta interessanti opportunità in tutti i settori della meccanica, elettromeccanica che richiedono interventi di rinnovamento e di aggiornamento tecnologico per dare seguito ai programmi federali di sviluppo dell’industria manifatturiera nazionale. All’interno del comparto si evidenziano buone prospettive, soprattutto a livello regionale, per le forniture di tecnologia alle industrie della trasformazione alimentare e della lavorazione del legno (arredi e complementi per l’edilizia); si conferma inoltre la vitalità dei settori metalmeccanico, produzione di energia elettrica, petrolchimico e nella produzione di articoli e materiali in plastica e gomma. Si va consolidando infine la quota dei fornitori di gruppi industriali italiani con insediamenti produttivi propri in Russia. Lo sviluppo degli investimenti nazionali ed esteri, inclusi quelli nelle Zone Economiche Speciali, lascia prevedere una dinamica sostenuta della domanda di attrezzature e macchinari anche nel prossimo futuro. Occorre ricordare a questo proposito che l’industria locale non appare in grado di competere con i fornitori esteri, inclusi quelli italiani, nella maggior parte delle specializzazioni della meccanica strumentale. Anche i programmi di sviluppo di produzioni sostituive delle importazioni saranno per forza di cose concentrati soltanto su quelle più strettamente necessarie al complesso dell’industria pesante, nei settori dell’energia, dei mezzi di trasporto e delle forniture militari.
Dal punto di vista delle modalità operative, come nel passato, le criticità più sentite dai fornitori italiani riguardano la costruzione di reti di assistenza tecnica efficienti e la gestione dei flussi di ricambi, accessori e componenti. Per le imprese del comparto dei beni strumentali, quindi, le direzioni di sviluppo della presenza devono guardare soprattutto a questi servizi per essere in grado di rispondere rapidamente alle esigenze degli utilizzatori. Particolare attenzione va posta inoltre ai programmi di sviluppo tecnologico dell’industria locale e agli spazi che si creano nel passaggio dalla ricerca pura alla sua incorporazione in prodotti tecnologici efficienti, per il quale non sempre esistono in questo Paese reti e snodi funzionali e si richiede quindi spesso la collaborazione di partner esteri dotati di specifiche competenze in questo campo.
Settore navale e imbarcazioni
La cantieristica navale, a differenza della nautica da diporto che in Russia non raggiunge il livello di diffusione e importanza di altri mercati, è uno dei settori considerati prioritari dalle Autorità della Federazione Russa. La maggior parte dell’industria è controllata dallo Stato tramite la Società Unita di cantieristica navale (in russo OSK) di cui possiede il 100 % della proprietà; costituita nel 2007, attualmente ha in portafoglio l’80% degli ordinativi di costruzioni navali nella Federazione Russa. Nel settore della cantieristica civile la OSK produce praticamente tutte le tipologie di imbarcazioni e strutture marine attualmente esistenti, dalle piattaforme di perforazione ed estrazione, ai rompighiaccio, alle navi cisterna, petroliere, gasiere, alle navi porta-containers, Ro – RO, etc. Il nuovo piano russo per la cantieristica, al fine di portare il settore civile almeno al 2% del mercato mondiale, oltre ad abolire l’Iva per le componenti importate dall’estero e non reperibili sul mercato interno, prevede finanziamenti globali per 140 miliardi di rubli (circa 4 miliardi di euro) entro il 2015, di cui 97 miliardi di rubli a spese del bilancio statale. La situazione si presenta pertanto particolarmente favorevole per quello che riguarda la possibilità di presentare prodotti e tecnologie italiane alle controparti russe, che possono essere sostanzialmente individuate nei grandi cantieri navali, per lo più di proprietà della Holding OSK e dei centri di ricerca e di innovazione, nella quasi totalità di emanazione universitaria o governativa. Il fatto che le controparti locali siano facilmente individuabili e in numero relativamente ristretto potrebbe facilitare i contatti, anche ad alto livello.
Impianti farmaceutici e prodotti
Lo sviluppo dell’industria farmaceutica rappresenta una delle priorità del Governo russo. Già nell’aprile del 2009 dopo l’approvazione della legge sulla “Strategia per lo sviluppo dell’industria farmaceutica della Federazione Russa fino al 2020”, era stato elaborato un “Modello di sviluppo per un cluster farmaceutico a San Pietroburgo”. Successivamente, nel marzo 2010 sono state redatte delle linee guida, allo scopo di definire un approccio unico e coerente che regoli l’attività delle Istituzioni locali, degli investitori nazionali e internazionali, delle istituzioni accademiche e degli enti di ricerca. L’obiettivo delle Autorità federali e’ quello di fornire incentivi e creare condizioni che permettano alle imprese del settore di investire in ricerca per risultare maggiormente competitive. L’intervento pubblico si basa sulla realizzazione di opere infrastrutturali per la preparazione delle aree di insediamento delle aziende, sul ricorso al partenariato pubblico-privato per alcuni progetti, sull’assistenza nella varie fasi di realizzazione degli investimenti, su facilitazioni fiscali e doganali. Si tratta del pacchetto di vantaggi messo a punto per le Zone Economiche Speciali create nel 2005 allo scopo di favorire l’attività’ degli investitori russi e stranieri in settori ritenuti prioritari, in questo caso in particolare nella zona di San Pietroburgo.
Mobili e costruzioni in legno
Lo sviluppo di un’industria nazionale della lavorazione del legno rappresenta un’opportunità indiscutibile per l’economia Russia, in virtù della robusta dinamica della domanda interna, generata soprattutto dall’edilizia, e dell’ampia disponibilità di materia prima. La vocazione industriale del Paese in questo settore è stata tuttavia frenata, a partire dalla metà degli anni Novanta del secolo scorso, dalla progressiva obsolescenza delle strutture produttive, causata a sua volta da un flusso insufficiente di investimenti in tecnologia e macchinari. Di qui il predominio dei prodotti d’importazione, con una significativa presenza italiana, in mercati quali quello del mobile e degli elementi di arredamento in legno. Fra le misure adottate dalle autorità russe per invertire questa tendenza si segnala la rimodulazione dei dazi su prodotti e semilavorati in legno, con la quale già a partire dal 2007 sono state penalizzate le esportazioni di legname grezzo a vantaggio di quelle di semilavorati ed altri prodotti a maggior valore aggiunto. A ciò si aggiungono numerosi progetti regionali di supporto alla localizzazione di attività produttive nel settore del mobile e dei materiali edili e politiche di incentivazione alla costruzione di edifici residenziali in legno, in primo luogo nelle regioni settentrionali della Russia europea e in Siberia; finalità di tali politiche sono da un lato il recupero di tradizioni caratteristiche dell’architettura locale, dall’altro la ricerca di soluzioni abitative ad efficienza energetica elevata ed impatto ambientale contenuto. Da tutto ciò possono derivare interessanti opportunità d’investimento anche in un’ottica di integrazione di filiera e di diversificazione dell’offerta, sfruttando i vantaggi della produzione locale per tutte quelle tipologie di prodotto per le quali la competizione sul costo e la semplificazione della catena distributiva assumono importanza determinante. Si aggiunge anche la possibilità di beneficiare dei programmi di sviluppo e di sostegno sopra ricordati, a livello sia federale sia locale, oltre che dei vantaggi derivanti dalla facilità di rapporto e interazione con i fornitori italiani di macchinari e di tecnologie per la lavorazione del legno, cui si attribuisce una quota consistente del mercato russo di settore.
L’andamento positivo del mercato dei mobili e dei complementi d’arredo in Russia si accompagna alla crescita dell’edilizia e all’incremento dei redditi reali di fasce via via più ampie della popolazione, favorito da un ricorso più in largo che in passato al credito al consumo. Si è così formato un “mercato di massa” che copre già oggi il 40% della popolazione. La domanda russa di mobili e altri articoli d’arredamento si rivolge prevalentemente all’estero; l’industria locale, pur in crescita, non riesce infatti a soddisfare per quantità e qualità le richieste del mercato, limitandosi in molti casi alla produzione di articoli finiti con utilizzo di semilavorati e componenti d’importazione. In questo scenario, l’Italia si colloca al secondo posto tra i Paesi fornitori (tra Cina e Germania). Gli spazi di maggior interesse per il prodotto italiano rimangono concentrati nel segmento superiore di mercato, mentre la Cina rappresenta sempre un competitor importante nella fascia media e (sempre di piu’) medio-alta di prodotto. Accanto a un incremento delle importazioni, si osserva un costante aumento del numero di architetti e interior designer attivi in Russia e una maggiore diffusione delle informazioni e delle tendenze, nazionali ed estere, che formano e influenzano un pubblico sempre più esigente. Negli ultimi anni, gran parte della crescita del mercato è da attribuirsi allo sviluppo dell’edilizia abitativa, ma si è anche verificata una forte crescita nel settore dell’arredo per categorie specializzate. Rientrano tra queste i mobili per negozi, centri commerciali, ristoranti e altri locali pubblici, che devono unire alle esigenze prettamente tecniche e funzionali la riconoscibilità del design, e i mobili per ufficio. Anche in questo settore, l’industria italiana ricopre un ruolo di primo piano, grazie alla creatività del design e alla capacità di proporre gamme di prodotto particolarmente ampie sia nello stile che nei materiali.
Prodotti alimentari
Il mercato russo dei prodotti enoagroalimentari è stato negli ultimi anni particolarmente dinamico. La quota dell’Italia è attualmente inferiore alla nostra capacità di offerta: l’agroalimentare rappresenta infatti circa il 6% delle nostre esportazioni in Russia. La produzione italiana, benché apprezzata dai consumatori russi appartenenti ai ceti urbani di livello medio/alto, risente delle difficoltà di accesso rappresentate dal sistema di certificazione e di registrazione dei prodotti e dal regime delle licenze.
Oltre alle complesse procedure, le frequenti modifiche normative rendono particolarmente difficile per l’operatore estero, specialmente se privo di una forte struttura di commercializzazione, pianificare la propria attività in maniera affidabile e mantenere il controllo della commercializzazione del proprio marchio senza l’assistenza di un partner locale. Cio’ si traduce in una posizione privilegiata per i grandi importatori/distributori locali, a maggior ragione quando essi si confrontano con un numero elevato di produttori di piccole-medie dimensioni e relativamente poco strutturati, quali quelli che operano nel comparto agroalimentare italiano.
Un ruolo essenziale nella diffusione dell’immagine e dei prodotti del Made in Italy è quello della ristorazione italiana, sempre più diffusa in Russia, soprattutto nelle grandi città (Mosca, San Pietroburgo, Ekaterinburg). Oltre a Mosca, che costituisce il 40% del mercato alimentare russo, una crescente domanda si registra anche dalle altre grandi città della Russia (Nizhnij Novgorod, Samara, Kazan’, Rostov-sul-Don, Novosibirsk). Il 2013 si e’ confermato come un anno sostanzialmente positivo per l’export agroalimentare italiano.